Sono sempre io, Luciano / Jericho, 24 anni. Ormai mi conoscete, dopo due stagioni e due medaglie (argento europeo e bronzo mondiale), e tanto lavoro speso da me e da un folto gruppo di volontari, smaliziati e non. I risultati sono arrivati, la strada è a mio avviso stata tracciata, e voglio continuare quel lavoro che dissi “non può finire in un biennio”.
Fatti, non promesse
Nel segno della continuità, riparto da quanto fatto. Mi presentai con l’ambizione esplicita di dare una svolta, usando una diversa organizzazione per mettere a frutto l’immenso bacino di capacità ed entusiasmo che abbiamo. Ritenevo necessario ed urgente cambiare dei modelli consolidati ma ormai superati, intervenendo su tutti i fronti: uno scouting più efficace ed “industriale”, con “senior” esperti in grado di indirizzare un pool di scout per seguire con il massimo impegno tutti i potenziali azzurri, dai 22 anni in su; un sistema “scientifico” per osservare e studiare ogni singolo avversario; un approccio “smaliziato” allo sviluppo dei top player con uso mirato degli inevitabili pollai. Avevo immaginato di poter dare la massima priorità a ogni singola attività, non moltiplicando il mio tempo, ma moltiplicando chi, con passione, disciplina, attenzione, potesse seguire ogni aspetto.
Ho già ringraziato una trentina di manager, e altri sicuramente non sono apparsi, che hanno speso tempo, fatica e ingegno per tutto questo. Quanto fatto è il successo non tanto mio come individuo, ma della nostra comunità e del nostro ingegno.
...e anche risultati...
...che sono arrivati come banale, diretto risultato del lavoro fatto. Il roster è cambiato, con new entry in grado di scalzare mostri sacri come Fanesi, e di darci profondità e opzioni mai avute in passato. Sono migliorate le valutazioni e il rendimento, si è ampliata la rosa, e siamo così riusciti a compensare (non del tutto, purtroppo) epidemie di pance e cerotti, come accaduto agli Europei. E, dietro i nostri attuali beniamini, altri crescono, scalpitano e promettono. Pensiamo solo al delicatissimo ruolo delle AP, per le quali mai si smetterà di discutere, ma che ha oggi Natalicchio, Pirruccio, Artese, Nipoti, o ai lunghi in cui i “nerazzurri” ormai sono (sembrano?) scomparsi, finalmente.
Si poteva raccogliere qualcosa di più, complice un pizzico di sfortuna, ma contro squadre di assoluto spessore, degne vincitrici.
E ora?
Il mandato passato partì avviando e mandando a regime il nuovo modello: pulizia del db, nuovo sistema di scout, nuovo sistema di osservatori, matassa-pollai, raccordo degli ex-21enni in uscita. Mille attività per mettere a punto un modello che avevo sognato e nel quale avevo creduto.
Ora il mio obiettivo è di rendere il modello ancora più stabile ed efficiente, un meccanismo perfettamente rodato che rappresenti per il futuro un nitido elemento di continuità, fattore di successo indispensabile per aver successo in un BB-universo che corre sempre più rapido. Un passo falso, e si finisce risucchiati dalle mille nazioni che lottano e sgomitano per un posto al sole. C’è da lavorare ancora un po’ sui 22-23 enni, sui pollai, sempre più in sinergia con l’U21 per far si che giocatori non buoni per l’azzurrino ma di grande potenziale siano seguiti con la stessa ferocia con cui si fa crescere la più brillante stella dei “giovani”. E c’è da lavorare sul campo, perché mica crederete che io abbia digerito di salire sui gradini bassi del podio, no?
Jericho